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ARARIBÀ: Esempio di simbiosi tra flora e fauna

Araribà (Centrolobium Tomentosum)

Con il nome Araribà ci si riferisce ad un albero, originario delle foreste tropicali dell’America Latina, noto scientificamente come “Centrolobium Tomentosum”.

Araribà (Centrolobium Tomentosum)

Suoi esemplari sono presenti principalmente in Brasile ma la sua diffusione si estende anche in altri paesi dell’America del Sud come: Venezuela, Colombia ed Ecuador.

È tipicamente associato alle foreste pluviali tropicali, che sono caratterizzate da un clima caldo e umido e una grande biodiversità.

Sebbene possa tollerare una certa varietà di terreni, predilige quelli che mantengono un’umidità costante senza ristagni d’acqua e che forniscono una buona aerazione alle radici.

L’Araribà (Centrolobium Tomentosum) è un albero tra le medie e le grandi dimensioni. Può raggiungere un’altezza di circa 30 metri con un tronco dal diametro di circa 60 centimetri.

Può essere trovato a diverse altitudini nelle foreste tropicali, anche se tende a preferire altitudini più basse. È spesso presente nelle aree pianeggianti e nelle valli fluviali, dove il terreno è relativamente piatto e ben drenato.

Al raggiungimento della maturità questo esemplare è dotato di una corona larga e foglie composte da foglioline opposte, di colore verde brillante. Proprio le sue foglie, quando vengono schiacciate o frantumate, emettono un odore simile a quello dell’arachide, che può essere distintivo e piacevole per chiunque si avvicini a questo maestoso albero nella foresta tropicale.

L’habitat dell’Araribá è caratterizzato da una grande diversità di piante, animali e microrganismi.

Una delle caratteristiche più distintive dell’Araribá (Centrolobium Tomentosum) è il suo legno, di colore giallo intenso e di alta qualità.

Il durame ha una tonalità variabile dal giallo-arancio pallido a un marrone rossastro con striature più scure. L’alburno invece, decisamente differenziato; è di colore giallo pallido. Quest’ultimo non è utilizzabile per essere lavorato ma tutto il resto del legno

Il legno di Araribá è piuttosto duro e resistente, il che lo rende adatto per una varietà di utilizzi. Ha una buona capacità di sopportare il peso e la pressione, rendendolo adatto per la produzione di mobili, pavimenti, strutture e oggetti d’arte.

Nonostante la sua durezza può essere lavorato abbastanza facilmente con gli strumenti giusti. Può essere tagliato, intagliato, levigato e finito per creare una varietà di prodotti artigianali e manufatti.

L’essiccazione deve essere effettuata lentamente perché il legno tende a fessurarsi e ad imbarcarsi.

È conosciuto per la sua resistenza agli agenti atmosferici e agli attacchi di insetti e parassiti. Questa resistenza naturale lo rende un’opzione popolare per gli utilizzi esterni, come per mobili da giardino e strutture all’aperto.

Il peso specifico è di circa 800 kg/m3

In alcune regioni delle foreste tropicali dove cresce l’Araribá, è stata osservata una simbiosi tra l’albero e le formiche del genere Pseudomyrmex.

Queste formiche costruiscono colonie all’interno del fusto cavo dell’Araribá, utilizzando le sue cavità come rifugio sicuro per nidificare e proteggersi dagli eventuali predatori. In cambio di questo alloggio, le formiche forniscono una sorta di protezione all’Araribá da insetti erbivori e da altre minacce.

Questa relazione simbiotica è nota come “mirmecofilia”, e si riscontra in diverse specie di piante tropicali che forniscono rifugio e nutrimento alle formiche in cambio di protezione. È affascinante osservare come la natura crei tali connessioni intricate e mutualistiche tra specie diverse, dimostrando quanto sia interconnesso l’ecosistema delle foreste tropicali.

Se vuoi conoscere altre specie di albero visita l’Enciclopedia del Legno di Brini Legnami qui.

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