“Acer” è un genere di piante che comprende oltre 150 specie diffuse tra Europa, Asia e Nord America, tutte appartenenti alla famiglia delle “Sapindacee”. A causa di questa enorme varietà di esemplari non è possibile individuare un nome comune o scientifico univoco, tuttavia, tutte le specie sono accomunate dal prefisso “Acer”.
L’Acero Campestre, conosciuto anche con il nome scientifico di “Acer Campestre”, è un albero, a foglia caduca e a crescita lenta. Viene chiamato anche Loppio o Testucchio ed è diffuso in Europa e in Asia. In Italia è molto comune nei boschi di latifoglie mesofile, insieme alle querce caducifoglie dal livello del mare fino all’inizio della faggeta.
È dotato di un fusto che può raggiungere altezze comprese tra i 18 e i 30 metri ed un diametro di 90cm. Il tronco è spesso contorto e ramificato a causa di escrescenze o raccordi radicali che lo ingrossano alla base. Ha superficie lucida, fibratura variabile, tessitura fine e anelli di crescita poco visibili.
Il legno di Acero Campestre è caratterizzato da una colorazione uniforme chiara. Questa appare indistinta tra alburno e durame, e va dal bianco-giallastro al rosato pallido tendendo a ingiallirsi con l’esposizione all’aria. Nonostante questo legno sia mediamente duro è soggetto ad attacchi fungini che ne possono compromettere la qualità.
Le operazioni di essiccazione o stagionatura avvengono abbastanza velocemente, tuttavia il legno tende a deformarsi. È poi di facile lavorazione sia a mano che a macchina venendo sottoposto a lavorazioni di tornitura, intarsio e tranciatura. Viene maggiormente impiegato per la realizzazione di strumenti musicali oltre che in ebanisteria.
Il peso specifico del genere Acer varia molto a secondo di quale specie si prenda in esame, è tuttavia possibile fornire una stima per le singole specie. Nel caso del Campestre il peso specifico si attesta a 750 kg/m3.
L’Acero di Monte è un altra specie appartenente al genere “Acer”. Questo albero è conosciuto anche con il nome scientifico “Acer Pseudoplatanus” ma, talvolta, è impropriamente chiamato “Sicomoro”.
Questa tipologia di Acero, originaria della zona del bacino mediterraneo, può raggiungere altezze tra i 25 e i 40 metri. Il suo tronco invece ha generalmente un diametro di 3,5 metri.
Grazie alle sue imponenti dimensioni, l’Acero di Monte, si attesta come la specie più alta e più longeva del Mediterraneo. Si stima infatti che possa raggiungere serenamente anche i 200 anni di età.
Tuttavia, nell’Appennino Bolognese, presso il Santuario della Madonna dell’acero, vive un esemplare che, secondo gli esperti, avrebbe circa 500 anni.
In Italia, sono documentati esemplari di Acero di Monte in tutte le regioni, meno la Sardegna.
L’alburno e il durame sono poco differenziati, di un colore bianco giallastro o giallo bruno che per effetto della luce si ossida sensibilmente. Gli anelli di accrescimento annuale, appaiono chiaramente perché di colore più scuro. Le specchiature radiali, risaltano particolarmente nel taglio sul quarto come sottili strisce o vene lucenti.
Si può facilmente tornire e tranciare oltre a ben prestarsi nella tinteggiatura e lucidatura. Il processo di essicazione va condotto lentamente per evitare fessurazioni e va iniziato subito dopo l’abbattimento per evitare alterazioni di colore.
È una specie considerata di elevato pregio è usata principalmente in liuteria in quanto possiede una buona sonorità. La pianta è molto visitata dalle api che producono un abbondantissimo nettare da cui ottengono un ottimo miele dorato dalle sfumature verdastre. In Canada e in Nord America si riscontrano, in determinati esemplari di Acero, caratteristiche di punteggiatura e occhiolinatura. Non si tratta di radicatura ma di un fenomeno quasi completamente sconosciuto. Si pensa però che queste “macchie” possano originarsi a causa della compressione esercitata da gocce d’acqua imprigionate nelle delicate fibre primaverili in seguito a improvvise gelate.
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