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GELSO BIANCO: L’albero della seta

GELSO (MORUS ALBA)

Il Gelso bianco, conosciuto scientificamente come Morus alba, appartiene alla famiglia delle Moraceae, che include anche il fico (Ficus carica). È originario dell’Asia orientale, in particolare della Cina, dove è stato coltivato da millenni per la stretta relazione con la bachicoltura. Questa pianta ha infatti rappresentato una risorsa fondamentale per l’allevamento del baco da seta (Bombyx mori), che si nutre esclusivamente delle sue foglie. Il nome “bianco” si riferisce al colore chiaro della corteccia e, talvolta, dei frutti, piuttosto che a un riferimento botanico preciso.

Gelso Bianco (Morus alba)

Il Morus alba è una pianta che si adatta con facilità a diversi ambienti. Cresce bene in climi temperati, con estati calde e inverni anche piuttosto rigidi. Tollerando temperature minime di circa -20 °C, può essere coltivato in molte zone del mondo, incluse quelle con condizioni ambientali sfavorevoli. Preferisce terreni fertili, profondi e ben drenati, ma si adatta anche a suoli calcarei, argillosi e persino poveri. Ha una buona resistenza alla siccità e agli agenti inquinanti, motivo per cui è spesso impiegato anche in contesti urbani o industriali. Si trova coltivato o naturalizzato in Europa, America e Asia, fino a circa 800 metri di altitudine.

Il Gelso Bianco (Morus alba) è un albero di medie dimensioni, con un’altezza che varia tra i 10 e i 20 metri, anche se in casi eccezionali può raggiungere i 25 metri. Il tronco, a maturità, può superare i 50 cm di diametro, presentando spesso una forma contorta o irregolare. Ha una crescita rapida nei primi anni, e una longevità media che può superare il secolo, soprattutto in ambienti favorevoli.

La pianta presenta foglie caduche, molto variabili nella forma: da ovate intere a trilobate o più profondamente lobate, a seconda dell’età del ramo e della posizione. Sono di colore verde chiaro e hanno una consistenza morbida e sottile, caratteristiche ideali per il nutrimento dei bachi da seta.

La corteccia, di colore grigio chiaro o giallastro, diventa rugosa e fessurata con l’età. Dai rami giovani si può ricavare una fibra resistente usata storicamente nella produzione di carta in Asia orientale.

I fiori sono piccoli, verdi e poco appariscenti; i frutti, simili a more allungate, maturano in tarda primavera e possono essere bianchi, rosati o violacei.

Il legno del gelso bianco è apprezzato per le sue buone qualità meccaniche. L’alburno è chiaro, tendente al giallo, mentre il durame ha una colorazione che vira dal giallo dorato al marrone con il tempo. La fibratura è generalmente diritta, la tessitura è fine e regolare. Questo lo rende un legno compatto, duro e resistente all’umidità, anche se può tendere a fessurarsi durante l’essiccazione rapida.

Grazie alla sua resistenza e durabilità, il legno di gelso bianco è usato in ebanisteria per realizzare manici di utensili, piccoli mobili, oggetti torniti, utensili agricoli e bastoni da passeggio. In alcune tradizioni asiatiche viene usato anche per strumenti musicali. La facilità con cui può essere lavorato lo rende adatto anche a sculture e decorazioni in legno.

Il legno stagionato del Morus alba ha un peso specifico che si aggira tra i 630 e i 700 kg/m³, classificandolo come un legno di media densità, con una buona resistenza strutturale.

Il gelso bianco ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo della seta, prodotto di enorme valore culturale ed economico in Asia e poi in Europa. In Cina, la sua coltivazione è documentata da oltre 4.000 anni. I frutti sono commestibili, anche se meno saporiti rispetto a quelli del gelso nero. Le foglie sono usate anche nella medicina tradizionale cinese, per trattare problemi respiratori e metabolici. Inoltre, è noto che i frutti, se consumati in grandi quantità e molto maturi, abbiano effetti lievemente lassativi o fermentativi.

Il Morus alba non è una specie a rischio: al contrario, in alcune aree del mondo è diventato invasivo, sostituendo la flora autoctona. Nonostante ciò, la sua importanza storica e culturale resta altissima. La conservazione della specie non è minacciata, ma è importante monitorarne la diffusione in ambienti naturali dove può alterare l’equilibrio ecologico. Resta una pianta preziosa, sia come patrimonio agricolo e culturale, sia per il suo valore ornamentale ed ecologico.

Se vuoi conoscere altre specie di albero: visita l’Enciclopedia del Legno di Brini Legnami qui.

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