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GINKO: Un fossile vivente

Ginkgo Biloba

Il Ginkgo Biloba è una delle specie arboree più straordinarie e antiche oggi esistenti. Conosciuto anche semplicemente come Ginkgo o, poeticamente, come “albero di capelvenere”, questo albero appartiene alla famiglia delle Ginkgoaceae ed è l’unico superstite dell’ordine delle Ginkgoales, una linea evolutiva che risale a oltre 250 milioni di anni fa, nel tardo Paleozoico. Fu Linneo, nel 1771, ad assegnare il suo nome scientifico: Ginkgo biloba. Dove il termine “biloba” si riferisce alla forma tipica delle sue foglie divise in due lobi.

Ginkgo Biloba

Si tratta di un albero originario di alcune aree montane della Cina orientale, soprattutto nelle province di Zhejiang e Guizhou, dove è considerato un vero e proprio fossile vivente, essendo rimasto pressoché immutato da epoche in cui dominavano i dinosauri.

Cresce in ambienti umidi, ben drenati e con un buon soleggiamento. Tuttavia, grazie alla sua straordinaria adattabilità, è stato diffuso in tutto il mondo, in particolare in parchi e viali cittadini, dove viene coltivato per la sua bellezza e la resistenza. È infatti una pianta estremamente tollerante al freddo, alla siccità, e anche all’inquinamento atmosferico, qualità che la rendono perfetta per l’uso urbano.

Il Ginkgo Biloba può raggiungere altezze di 30–40 metri, con una chioma che può espandersi fino a 9 metri in larghezza. Durante le prime fasi della crescita, presenta un portamento slanciato e piramidale, mentre con l’età assume una forma più espansa e irregolare.

Le sue foglie, facilmente riconoscibili, sono a ventaglio, di colore verde chiaro durante la primavera e l’estate. Virano ad un giallo dorato intenso in autunno, offrendo uno spettacolo visivo particolarmente apprezzato. Sono decidue, con una nervatura dicotoma, molto diversa da quella delle piante a fiore, e sono disposte a spirale lungo i rami corti. La corteccia, inizialmente liscia e grigia, diventa con l’età brunastra e fessurata longitudinalmente.

Il Ginkgo Biloba è una specie dioica, il che significa che esistono individui maschili e femminili distinti. Gli esemplari femmina producono semi racchiusi in un involucro carnoso che, a maturazione, emana un odore sgradevole simile a burro rancido, a causa della presenza di acido butirrico. Per questo motivo, nelle città si preferisce piantare esemplari maschili.

Il legno del Ginkgo presenta caratteristiche particolari: è di colore giallo chiaro, con poca distinzione tra alburno e durame, e una struttura omogenea, fibra diritta e grana fine. Si tratta però di un legno tendenzialmente tenero e fragile, poco adatto a usi strutturali. Viene impiegato per lavori di tornitura, intaglio, per realizzare piccoli oggetti ornamentali e, più raramente, nella fabbricazione di mobili. Il suo peso specifico medio si aggira intorno ai 450 kg/m³, valore che lo colloca tra i legni morbidi.

Il Ginkgo Biloba è anche noto per le sue applicazioni in fitoterapia. Le foglie contengono flavonoidi e terpenoidi che agiscono come antiossidanti, migliorano la circolazione sanguigna e supportano le funzioni cognitive. È impiegato in estratti per trattare disturbi della memoria, problemi vascolari, vertigini e perfino alcuni sintomi legati all’Alzheimer. I semi, nonostante la tossicità se consumati in eccesso, sono da secoli utilizzati nella cucina asiatica come prelibatezza in alcune ricette tradizionali.

Non mancano le curiosità: il Ginkgo è il simbolo della città di Tokyo e sei esemplari sono sopravvissuti al bombardamento atomico di Hiroshima nel 1945, continuando a vivere come testimoni di resilienza. Celebre è anche la poesia che Goethe gli dedicò, vedendolo come simbolo dell’unità nella dualità.

Dal punto di vista della conservazione, il Ginkgo non è considerato a rischio grazie alla sua diffusione coltivata su scala mondiale. Tuttavia, le popolazioni naturali rimaste in Cina sono monitorate perché si teme che alcune siano in realtà reintrodotte. È, in ogni caso, un patrimonio botanico mondiale da proteggere e studiare, per ciò che rappresenta: un ponte vivente tra il passato geologico e il presente dell’umanità.

Se vuoi conoscere altre specie di albero: visita l’Enciclopedia del Legno di Brini Legnami qui.

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