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CHICOZAPOTE: Il tesoro del Messico

CHICOZAPOTE (MANILKARA ZAPOTA)

Il Chicozapote, scientificamente noto come “Manilkara zapota”, è un albero tropicale appartenente alla famiglia delle “Sapotaceae”. Questo albero ha origini radicate nelle regioni del Sud del Messico, dell’America Centrale e della Colombia.

CHICOZAPOTE (MANILKARA ZAPOTA)

Il nome “Chicozapote” deriva dalla lingua Nahuatl, parlata dagli antichi Aztechi, e significa “ tzapotl chictli“, in riferimento al sapore dolce e mielato del suo frutto. Questo legame con la tradizione culturale messicana ne sottolinea l’importanza storica e alimentare.

Sinonimi scientifici come “Achras sapota” e “Lucuma zapota” sono oggi considerati obsoleti, ma evidenziano il lungo interesse verso questa specie.

Il Chicozapote (Manilkara zapota) prospera nelle foreste tropicali, in particolare nello Yucatán, dove è una delle specie dominanti. Predilige ambienti caldi e umidi con terreni ben drenati, ma è altamente adattabile, tanto da essere introdotto con successo in altre aree tropicali del mondo, tra cui il Sud-Est asiatico, le Filippine e l’India.

La sua capacità di crescere in ambienti diversi lo rende un albero versatile, ampiamente coltivato anche nelle regioni tropicali dell’Africa e dell’America Meridionale.

Questo maestoso albero può raggiungere un’altezza di 30 metri, con una chioma conica sempreverde che lo rende facilmente riconoscibile. Il tronco, grigiastro e solido, si caratterizza per una corteccia che si fessura con l’età, aggiungendo al suo aspetto un tocco di rusticità e imponenza.

Il Chicozapote (Manilkara zapota) presenta foglie ellittiche o ovali, alterne e con margini interi, che possono raggiungere una lunghezza di 15 cm. I suoi fiori, piccoli e bianchi, sono molto profumati e rimangono aperti durante la notte, favorendo l’impollinazione, che è spesso autogama.

Il frutto, conosciuto come “sapodilla” o “sapotiglia”, è una grande bacca marrone, rotonda o leggermente oblunga, con un diametro di 4–8 cm. La sua polpa dolce ha un sapore che ricorda il caramello, il miele e la pera. Ogni frutto contiene da due a cinque semi neri, duri e allungati.

Il legno del Chicozapote (Manilkara zapota) è apprezzato per la sua robustezza e bellezza. L’alburno, di colore giallastro, contrasta con il durame, che si presenta con tonalità marrone rossastro intenso. Questo legno è noto per la sua densità e durezza, che lo rendono altamente resistente all’usura e durevole nel tempo.

Viene utilizzato per la realizzazione di mobili di pregio, strumenti musicali, pavimentazioni e altri oggetti di artigianato.

Il legno stagionato del Chicozapote (Manilkara zapota) ha un peso specifico elevato, variando tra 850 a 1050 kg/m³, una caratteristica che riflette la sua straordinaria compattezza e qualità.

Il lattice bianco prodotto dall’albero, noto come “chicle”, fu l’ingrediente principale della gomma da masticare fino all’avvento di materiali sintetici. Storicamente, le popolazioni Maya e Azteche lo utilizzavano come masticatorio naturale. Oggi, il chicle viene ancora impiegato per produrre gomme di alta qualità, cinghie di trasmissione e isolanti elettrici.

Dal punto di vista alimentare, il frutto è molto apprezzato e consumato fresco. È anche impiegato nella preparazione di marmellate, gelati, sorbetti e dolci. In alcune regioni asiatiche, i giovani germogli della pianta vengono consumati come verdura.

Il Chicozapote (Manilkara zapota) non è attualmente considerato una specie a rischio, ma la sua diffusione è soggetta a fattori locali come la deforestazione e lo sfruttamento intensivo. È una pianta di fondamentale importanza ecologica per le foreste tropicali, offrendo habitat e risorse a numerose specie animali. L’albero rappresenta una ricchezza culturale, economica ed ecologica, legata alle sue origini messicane, ma con una storia che ha conquistato il mondo intero.

Se vuoi conoscere altre specie di albero visita l’Enciclopedia del Legno di Brini Legnami qui.

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